tasse troppo alte

Nel “Rapporto dell’Osservatorio permanente CNA sulla tassazione delle PMI” appena pubblicato si sono analizzati 141 Comuni d’Italia. Macerata, tra le città sotto la lente d’ingrandimento, è 86esima con il Total Tax Rate (la quota cioè del reddito prelevato dallo Stato e dagli enti locali sul territorio) al 60,2%.
Sarebbe il dato peggiore delle città capoluogo marchigiane se non fosse per il 103esimo posto di Pesaro che supera quota 61%; meglio Fermo, Ancona e Ascoli, rispettivamente in 52esima, 53esima e 57esima posizione.
A Macerata, si arriva a quota 60,2 sommando le gabelle comunali (12,6%), regionali (6,9%) con le imposte dovute all’erario e con contributi IVS (40,7%).
Sulla scorta di un simile salasso, l’Osservatorio calcola quindi quanti giorni una impresa maceratese dovrà produrre, non certo per far reddito quanto per pagare le tasse. Ebbene, la nostra PMI è come se avesse aperto le saracinesche il 7 agosto (tax free day), giusto il tempo di organizzarsi per la chiusura dovuta alle ferie d’agosto. Sono infatti 220 i giorni di lavoro necessari per mettere in cascina i tributi dovuti ai vari enti, dopodiché si inizia a guadagnare per i restanti 145 giorni.
La buona notizia è che rispetto all’anno scorso la tassazione media, secondo le proiezioni per l’anno 2019, è diminuita di un punto e mezzo (era al 61,7%) e che abbiamo conquistato 5 giorni di lavoro proficuo per le nostre famiglie, per la nostra impresa e, se resta qualcosa, per noi stessi. Con le imposte comunali e regionali costanti già da alcuni anni, è la parte destinata all’erario che ci concede uno sconto passando dal 42,2% del 2018 al 40,7% di quest’anno.
Veniamo da anni assai difficili (nel 2012 eravamo al 65,2%) ma tutti gli indicatori prevedono per il 2019 una tassazione complessiva in calo per tutto il “sistema Paese”. Non ci resta quindi che aver fiducia ed essere consapevoli che, come sosteneva il  giurista americano Oliver Wendell Holmes, “Le tasse sono il prezzo che si deve pagare per una società civilizzata”.