autotrasporto

CNA Fita Marche denuncia anche la concorrenza sleale di imprese straniere che viaggiano senza rispettare le norme sul cabotaggio e sul distacco transfrontaliero. Un fenomeno cresciuto durante il lockdown.

Sulla carta per loro il lock down non c’è stato ed hanno continuato a viaggiare. Invece sulla strada gli effetti della chiusura delle attività manifatturiere e dei servizi, si sono fatti sentire, anche pesantemente. Le aziende marchigiane dell’autotrasporto, secondo una indagine del Centro Studi CNA regionale, hanno subito nei primi cinque mesi dell’anno pesanti riduzioni di fatturato. Ma sono rimaste escluse dagli aiuti a fondo perduto stanziati dalla Regione Marche per sostenere le imprese che hanno dovuto chiudere causa lock down. La CNA Fita Marche chiede alla Regione di estendere anche a loro gli aiuti previsti dalla Legge 20 del 3 giugno 2020 per gli artigiani marchigiani.
“Gli autotrasportatori sono stati ingiustamente esclusi dai benefici di questa legge. Infatti, Secondo una indagine del nostro Centro Studi sulle imprese marchigiane dell’autotrasporto” afferma Riccardo Battisti responsabile CNA Fita Marche “il 42,4 per cento di loro ha avuto una riduzione di fatturato tra gennaio e giugno tra il 26 e il 50 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Addirittura il 27,3 per cento ha subito contrazioni del fatturato superiori al 50 per cento e il 24,2 per cento ha visto il fatturato ridursi di un quarto. Due imprese su tre hanno dichiarato un impatto fortemente negativo del lock down sulla loro attività. Non solo. Il 71 per cento degli autotrasportatori prevede che la loro attività, anche nel secondo semestre dell’anno, sarà in forte o moderata diminuzione, con il 10 per cento che esprime il timore di dover spegnere per sempre i motori entro la fine del 2020.”
Nelle Marche le imprese di autotrasporto su strada sono 3.197 ed hanno 9.450 addetti. Sono 300 quelle che rischiano di cessare l’attività, con la perdita di oltre 900 posti di lavoro.
Come se non bastasse la pandemia, CNA Fita Marche denuncia la concorrenza sleale di imprese straniere che viaggiano senza rispettare le norme sul cabotaggio e sul distacco transfrontaliero.
“Un fenomeno” precisa Battisti “che si è addirittura acuito durante il lock down, quando sulle nostre strade, si sono moltiplicati i camion che viaggiavano in barba alle norme sul lavoro e sui tempi di guida, favoriti dal fatto che gli organi di controllo erano impegnati a controllare il rispetto delle regole imposte dal lock down. Di conseguenza non potevano svolgere, se non marginalmente, l’attività di contrasto all’abusivismo e al cabotaggio irregolare”.

Guarda qui i risultati dell’indagine Centro studi CNA.