servizi benessere fuori comune si o no

Ad ogni nuovo Dpcm ci siamo abituati a vedere immediatamente pubblicate tabelle e grafici riassuntivi e semplificativi. Tuttavia l’applicazione di nuove norme, soprattutto di così grande impatto, porta sempre con sé immancabili dubbi interpretativi sui casi concreti che, sovente, restano nella più totale ambiguità. È evidente e normale, quindi, il conseguente senso di smarrimento e l’ulteriore incertezza di intere categorie lavorative, già alle prese con cali di incasso senza precedenti.

È uno strano destino quello delle attività artigianali dei servizi alla persona, centri estetici, parrucchierie, centri di tatuaggio e piercing, che fin dall’inizio della pandemia restano imbrigliate in una nube di dubbi interpretativi dovuta alla genericità della norma stessa, che sfocia a volte in superficialità bella e buona.

Dopo l’ingresso delle Marche in zona arancione, il Dpcm a cui dobbiamo ispirarci è quello del 3 novembre nella parte riguardante le zone a rischio medio che limita gli spostamenti da e per un Comune diverso rispetto a quello di residenza. Rispetto alle passate edizioni normative, si stabilisce che i motivi per cui ci si possa spostare sono, oltre a quelli di lavoro, salute, studio e necessità, anche per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili nel Comune di residenza.

Ora, il dubbio è: quali sono i servizi necessari ad un cittadino, tanto da legittimare un suo spostamento fuori Comune? Può definirsi tale il servizio di un centro estetico che effettua pedicure ad anziani o persone che necessitano di tale servizio per poter camminare? Può definirsi tale un massaggio posturale?  O ancora, può un cittadino considerare necessario il lavaggio testa quando impossibilitato a farlo da solo? Quindi, sono esclusi spostamenti extra comunali verso tatuatori e piercier mentre sono permessi quelli in favore di centri estetici e parrucchierie? Tanti i dubbi sorti in queste ore.

La CNA, sempre nell’ottica di serietà e puntualità nella rappresentanza delle categorie artigiane, si è già mobilitata per avere i dovuti chiarimenti e, visto che la Prefettura di Brescia ha dato il suo ok allo spostamento per recarsi anche presso attività connesse ai servizi alla persona ubicate al di fuori del Comune di residenza, chiederà alle Prefetture marchigiane, rappresentazione del Governo più vicina ai cittadini e quindi si presume più veloce e diretta nel dare risposte, di chiarire il senso di questa norma affinché le imprese interessate e i cittadini possano avere chiaro cosa è possibile fare e cosa no.

Speriamo di poter presto aggiornare i nostri associati con delle certezze.