pannelli solari nelle imprese

 

L’impennata costante del costo dell’energia elettrica ha inevitabilmente spinto le PMI e gli artigiani, non soltanto le famiglie, ad una riflessione: è arrivato il momento di affidarsi al fotovoltaico per risparmiare sulle bollette, oppure il costo di un impianto fotovoltaico non rende il passaggio così conveniente?

Nella guida che segue, partendo dal valutare di che cosa si tratta, scopriamo se per un’impresa, tra incentivi e rese d’impianto, il passaggio al fotovoltaico sia o meno una scelta che conviene.

 

Come funziona un impianto fotovoltaico?

Per prima cosa va definito più nel dettaglio cosa si intende per “impianto fotovoltaico”. Senza scendere in complicate spiegazioni tecniche, è possibile dividere l’impianto fotovoltaico in due componenti principali: i pannelli e gli inverter. I primi trasformano la luce solare in elettricità, i secondi convertono la corrente continua generata dai pannelli in corrente alternata da poter utilizzare o immettere in rete.

Il principio del fotovoltaico è un principio naturale, che nell’impianto viene ottimizzato per produrre energia. I fotoni della luce agiscono sul materiale semiconduttore delle celle (che può essere il silicio) e per un principio fisico generano cariche positive e negative che vengono utilizzate dall’impianto per produrre appunto energia.

I pannelli fotovoltaici possono essere monocristallini, ossia prodotti utilizzando una struttura cristallina omogenea e che possono captare il 22% circa di energia. Con resa minore ed a un prezzo minore (circa 16%) si trovano i pannelli policristallini, ottenuti con l’unione di cristalli di silicio tagliati da un unico blocco. Infine i pannelli in silicio amorfo,a film sottile, formati da una lastra di silicio amorfo che viene trattata per aumentare la conducibilità. Sono funzionali anche con basse esposizioni ma il rendimento si attesta solo intorno all’8-9%.

I pannelli fotovoltaici producono maggiore energia con la luce solare diretta, ma una certa quantità di elettricità viene generata in giornate nuvolose o con luce indiretta.

In Italia, in condizioni di installazione e posizionamento ottimali, il fotovoltaico produce 1.100-1.200 kWh l’anno per kWp installato. Al sud anche di più, tanto che si può arrivare anche a 1.500 kWh/anno. E quanto spazio occupano? Per ogni kW installato sono necessari circa 10 m2 di superficie e può avere una durata di circa 20-25 anni.

 

Quanto costa installare un impianto fotovoltaico?

Le prestazioni dei moduli fotovoltaici sono nel tempo cresciute molto, al crescere della tecnologia utilizzata. Per contro, i prezzi si sono abbassati tanto da far considerare l’energia prodotta dal fotovoltaico tra le più convenienti, con un costo di produzione dell’elettricità (Levelized Cost of Electricity) inferiore a carbone e gas. Ultimamente il rincaro delle materie prime ha riportato un po’ indietro le lancette dell’orologio, influenzando questo trend, ma i pannelli solari restano una scelta conveniente.

L’impianto fotovoltaico può essere installato da qualsiasi impresa, a patto di avere sufficiente spazio a disposizione. Per valutare invece l’investimento nel suo complesso bisogna tenere conto del costo dei pannelli solari, degli inverter, dei cavi dei vari componenti a corredo. Inoltre vanno considerati i costi di installazione e quelli burocratici di allacciamento alla rete. Spesso un po’ trascurati in fase di analisi, ci sono poi i costi per la manutenzione ordinaria, come la pulizia, che va presa in considerazione se non compresa nel prezzo dal fornitore.

Ma quanto costa tutto questo? Per un’azienda con potenza di picco superiore ai 20 kW il costo si aggira tra i 1.200 e i 1.800 euro per kW installato, ma vale comunque il principio che se l’impianto diventa più grande si può spendere sensibilmente meno. L’investimento, in ogni caso, è ripagabile cinque-sette anni e senza contare la possibilità di accedere a incentivi statali e regionali che vedremo nel dettaglio più avanti.

L’energia prodotta può essere auto-consumata oppure ceduta alla rete. Nel caso di aziende energivore, con consumi superiori a 1 GWh/anno, il fotovoltaico diventa invece leggermente meno conveniente dal momento che queste aziende possono contare su agevolazioni sul prezzo dell’energia, ma comunque le mette in parte al riparo dalle fluttuazioni, talvolta importanti, del mercato energetico.

 

Quali sono le tecnologie più performanti?

Come abbiamo visto, i migliori pannelli solari sono quelli realizzati in silicio monocristallino: presentano un rendimento elevato, sono longevi e particolarmente efficienti.  Il fatto che ci sia un monocristallo garantisce continuità nel reticolo, eliminando zone vuote o morte o punti disallineati: una condizione che permette maggior assorbimento di energia e una maggiore conversione.

Se da un lato il monocristallino è la scelta più performante (i poli cristallini ormai sono praticamente fuori mercato), non tutte le scelte si equivalgono. non bastano infatti purezza e continuità del reticolo. Per ottenere un’altissima qualità nei pannelli solari bisogna considerare altre variabili fra cui: la struttura del supporto, il rivestimento dei pannelli e il vetro che si utilizza. Solo unendo tutte queste caratteristiche si ottiene un pannello fotovoltaico di elevata qualità.

 

Esistono incentivi statali per coprire parte delle spese?

Gli incentivi per il fotovoltaico non mancano e non soltanto per i cittadini. Anche le imprese possono coprire parte delle spese ricorrendo a contributi pubblici. Si tratta di incentivi che permettono di risparmiare sul costo dell’investimento e sono di diversa natura.

 

La legge di bilancio 2021

Ha introdotto il credito d’imposta del 10% (6% nel 2022 e confermato fino al 2023), che sostituisce il vecchio Super-ammortamento del 130%. in cinque quote annuali si recupera lo sgravio fiscale fino ad un massimale di 2 milioni di euro.

 

Il reverse charge

È un’agevolazione fiscale applicabile per la realizzazione di un impianto fotovoltaico per aziende. Il sistema prevede l’inversione dell’onere dell’IVA: se normalmente questa aliquota ricade sul cliente che acquista dei pannelli, con il reverse charge sarà applicata al fornitore. L’impresa venditrice non dovrà emettere la solita fattura addebitando l’IVA all’acquirente, ma anzi sarà quest’ultimo a emettere un’autofattura, che bisognerà inserire sia nel registro delle vendite, sia in quello degli acquisti.

Questo meccanismo può essere utilizzato per la fornitura, l’installazione e la manutenzione di tutti gli impianti fotovoltaici integrati, semi-integrati e a terra.

Un’ulteriore possibilità riguarda poi lo scambio sul posto. Disponibile per privati e imprese, con lo scambio sul posto è possibile rivendere al gestore dei servizi integrati l’energia che viene accumulata e non utilizzata dall’impianto fotovoltaico. Immettere energia significa ricevere un conguaglio in bolletta che non potrà mai essere, tuttavia, superiore al valore economico della quantità di energia che viene prelevata dalla rete.

In ultimo, ma non per importanza, possono poi esserci diversi bandi gestiti dalle regioni o da società e fondazioni, il cui monitoraggio va tenuto a seconda della zona di riferimento della sede nella quale si decide di effettuare l’investimento.

 

Da CNA Piemonte.