dona mascherine per operatori sanitari

Nell’ultima dichiarazione pubblica del Premier Giuseppe Conte, un ringraziamento esplicito al sistema moda di CNA e Confindustria per aver coordinato la riconversione di molte aziende alla produzione di mascherine.

La citazione del Presidente del Consiglio si aggiunge a quanto aveva già dichiarato Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus:

“In pochissimi giorni intorno al sistema moda di CNA e di Confindustria si sono messe insieme e sintonizzate senza rivalità e competizione molte imprese italiane. Tra tre giorni – ha annunciato il commissario – inizieranno la produzione e pensiamo che in poco tempo copriranno la metà del fabbisogno. Un risultato straordinario che sei giorni fa, quando sono stato nominato, consideravo utopistico”.

Arcuri ha inoltre dichiarato di aver chiesto e ottenuto dall’Unione l’autorizzazione a lanciare l’incentivo che permette di finanziare, con una dotazione di 50 milioni, le imprese che vogliono riconvertire i loro impianti.

E sono venti le aziende marchigiane associate alla CNA riconvertite alla produzione di mascherine protettive contro il Covid 19, mentre altre venti sono pronte a farlo nei prossimi giorni. Inoltre, nove aziende stanno producendo mascherine conto terzi nell’ambito di un progetto nazionale che ha visto l’adesione di 44 aziende in tutto il Paese.

Un contributo importante, quello delle aziende marchigiane, perché sono loro a fornire le schede tecniche e i prototipi per la realizzazione delle mascherine. Un progetto promosso da CNA Federmoda, Confindustria Moda, Sportello Amianto Nazionale e PwC. Per coordinare la ricerca delle aziende tessili disposte a riconvertirsi alla produzione di mascherine e per supportarle nella loro attività, la CNA Marche ha costituito un gruppo di lavoro, formato dall’imprenditrice Doriana Marini, presidente di CNA Federmoda Marche, come presidente, e dai funzionari Alessandro Migliore, Lucia Trenta e Irene Cicchiello.

“Le aziende artigiane delle Marche pronte a scendere in campo e a riconvertirsi per produrre mascherine” afferma Doriana Marini “sono centinaia, ma sono frenate dalla burocrazia. Infatti, se fare mascherine filtranti di uso comune è relativamente semplice e basta una comunicazione al prefetto, molto più complicato è realizzare mascherine chirurgiche sanitarie. Servono certificazioni e test di laboratorio come richiesto dall’ISS e, se le mascherine non rispettano tali requisiti o presentano difetti di progettazione, ne risponde il produttore. Questo spaventa gli artigiani e molti rinunciano, preferendo sospendere l’attività”.

Il sistema CNA delle Marche si è attivato per garantire alle imprese che vogliono riconvertire la loro produzione e fare mascherine chirurgiche sanitarie i test di laboratorio richiesti dall’Istituto Superiore della Sanità. Questo è stato possibile grazie all’interessamento del Mise, attraverso la sottosegretaria marchigiana al ministero dell’Economia Alessia Morani e il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini. Fondamentale il contributo del rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori, che sta predisponendo un laboratorio per la realizzazione di questi test.

“In attesa che sia operativo il laboratorio della Politecnica” precisa Doriana Marini “e per non perdere neanche un giorno, in modo da partire subito con la produzione delle mascherine, utilizzeremo le strutture della fondazione emiliana Dermocenter, grazie ad una convenzione con la CNA di Modena”.

Da corrieredelleconomia.it