Christian Acciarri alias CHARRO’S TATTOO

Tra i settori artigiani particolarmente penalizzati dalla situazione generata dalla pandemia vi è quello dei tatuatori. Settore in crescita esponenziale dal 2015, con un incremento di attività aperte di circa il 50% rispetto ai periodi precedenti, subisce oggi il drastico calo del fatturato e la contemporanea necessità di pagare imposte e tasse senza poter contare sui ristori che notoriamente spettano solamente alle attività costrette a chiudere dalla legge dello Stato. La CNA Tatuatori di Macerata, per voce del suo rappresentante Cristian Acciarri, tatuatore di Recanati, titolare del CHARRO’S TATTOO SHOP di Porto Potenza Picena, manifesta il proprio dissenso.

  • Quale è la situazione nel settore dei tatuatori?

R: Purtroppo il calo del fatturato è notevole, pressoché totale visto che siamo stati chiusi per il primo lockdown e quindi da fine febbraio a metà maggio, poi d’estate la clientela va al mare e non viene a tatuarsi. Se si aggiunge che in molti in alcuni periodi abbiamo deciso di chiudere per responsabilità civica, ecco che in un anno l’incasso è stato quello di un paio di mesi normali.

Col nuovo anno, la suddivisione regionale in zone e, da qualche giorno, il divieto di spostarsi fuori Comune ha ristretto ancora una volta la nostra clientela, mentre le spese da affrontare sono sempre tante e anzi aumentate dai costi dei dispositivi per garantire la sicurezza dei nostri clienti e rendere i nostri laboratori conformi a tutti i protocolli anti Covid.

Da sempre il nostro settore è particolarmente attento ad applicare le norme igieniche e di sicurezza, in questo periodo adottiamo spesso più accorgimenti di quelli richiesti dalla legge proprio per la sicurezza di tutti. Oltre a guanti, mascherine e camici monouso, utilizziamo anche visiera in plastica e calzari monouso sia per noi che per i clienti, in più disinfettiamo e sanifichiamo le postazioni dopo ogni prestazione; facciamo entrare solo una persona alla volta per ogni operatore e solo per il tempo necessario alla prestazione. Tutto questo significa costi maggiori e minori entrate. Come se non bastasse, i costi di tutti questi dispositivi sono notevolmente aumentati fino anche a triplicarsi. Un esempio su tutti, una confezione di guanti da 100 pezzi che fino ad un anno fa costava al massimo 10 euro, oggi si trova a non meno di 25 euro.

  • Quali sono i provvedimenti che potrebbero migliorare la condizione della vostra categoria?

Un aspetto molto penalizzante per il nostro settore è il divieto dello spostamento tra Comuni. I nostri clienti sono per la maggior parte residenti in Comuni diversi, spesso anche in Regioni diverse e il divieto di spostarsi ha generato un blocco totale nelle prenotazioni, visto che il nostro servizio non è stato inserito tra quelli definiti necessari per la salute e soprattutto il decreto specifica che se nel Comune di residenza esiste un servizio dello stesso tipo, ci si deve servire lì piuttosto che dal proprio tatuatore di fiducia.

Secondo me questo è un provvedimento esagerato perché noi operiamo con un solo cliente alla volta e quindi è escluso che si possano creare assembramenti o contatti con più persone. Se si considerano tutte le precauzioni igieniche ed i protocolli di sicurezza che applichiamo, posso affermare che, paradossalmente, è più difficile contrarre il Covid in uno studio di tatuaggi piuttosto che a casa di un amico.

  • Cosa pensi del sistema dei ristori?

Fino ad oggi è stato pensato male perché ha riguardato solo le attività chiuse dai vari DPCM, senza tenere in considerazione tutte quelle attività comunque danneggiate dai provvedimenti. Ho condiviso la battaglia della CNA per tentare di far sganciare i ristori dai codici Ateco e di ancorarli ai cali di fatturato reali a prescindere dalla tipologia del soggetto richiedente; sembra che quelli in arrivo siano concepiti così ed è un importante passo avanti.

  • Come vedi il futuro della tua attività?

Se lo Stato non ci aiuta con azioni concrete e immediate, credo sinceramente di non poter reggere per molto tempo e come me anche molti altri colleghi tatuatori. Riusciamo a restare aperti dando fondo a tutti i nostri risparmi. La speranza è che la diffusione del vaccino arrivi prima che finiscano del tutto. Abbiamo capito che solo quando saremo tutti vaccinati ed il Covid sarà sconfitto potrà tornare la normalità e quindi in tranquillità tutta la nostra clientela.

  • Hai un appello da lanciare a nome della categoria?

Sì, rivolto alle istituzioni sia nazionali che regionali affinché provvedano in tempi rapidi a stanziare dei fondi di aiuto. Che siano equi e destinati alle attività che hanno fatturati inadeguati ed insufficiente per tirare avanti e, prioritariamente, per chi ha famiglia e figli.

Una seconda richiesta che vorrei fare riguarda invece una sacrosanta sospensione dei pagamenti e degli adempimenti a carico delle imprese. Per ora dovrebbero essere prorogati, ma non sarebbe sbagliato annullarli per chi è veramente in difficoltà: non si può far chiudere una impresa perché non ha più nulla e deve pagare le tasse. Sono convinto che, se le si dà un’altra opportunità, questa continuerà a sostenere il tessuto economico del nostro territorio come faceva prima del Covid.