Previsioni economiche della Commissione EU 2019

La Commissione europea ha pubblicato le proprie previsioni economiche d’estate 2019, l’analisi periodica relativa ai livelli annuali e trimestrali del PIL e dell’inflazione per l’anno in corso e l’anno successivo per tutti gli Stati membri e per la zona euro. Le previsioni si basano su una serie di ipotesi tecniche relative ai tassi di cambio, ai tassi di interesse e ai prezzi delle materie prime, aggiornate al 28 giugno. Per tutti gli altri dati, le previsioni tengono conto delle informazioni disponibili fino al 2 luglio.
Secondo l’analisi di Bruxelles, l’economia europea è prevista in crescita per il settimo anno consecutivo e tutti gli Stati membri dovrebbero registrare un’espansione. In particolare, nel primo trimestre 2019 la crescita nella zona euro è stata più forte del previsto grazie a fattori temporanei come miti condizioni atmosferiche dell’inverno e l’aumento delle vendite di automobili. La crescita è stata inoltre sostenuta da misure di politica di bilancio che hanno reso possibile un aumentato del reddito disponibile delle famiglie in diversi Stati membri. Vi sono tuttavia fattori esterni che potrebbero offuscare le previsioni, come tensioni commerciali e incertezze a livello di politiche.
Partendo da queste considerazioni, la Commissione ha stimato una crescita del PIL dell’Eurozona stabile all’1.2% nel corso del 2019, mentre nel 2020 è prevista una leggera flessione al ribasso all’1.4%. Per quanto riguarda l’Ue nel suo complesso, le previsioni restano invariate rispetto all’ultima analisi di primavera all’1.4% per il 2019 e all’1.6% per il 2020.
Con riferimento all’inflazione, le previsioni per la zona euro e l’Ue più in generale hanno subito una riduzione di 0.1 punti percentuali sia per il 2019 che per il 2020. Tale riduzione è il risultato di un calo nei prezzi del petrolio e di una maggior debolezza delle prospettive economiche. Il tasso d’inflazione è stato così previsto attestarsi su una media dell’1.3% nel 2019 e 2020 per l’Eurozona, mentre per l’Ue a 28 è prevista una media dell’1.5% nel 2019 e dell’1.6% nel 2020.
Per quanto riguarda il primo trimestre del 2019 per l’Italia, la Commissione ha registrato un aumento della produzione reale dello 0,1% grazie ad un settore industriale in ripresa ed una crescente attività edilizia, anch’essa sostenuta da condizioni meteorologiche miti. Inoltre, la costituzione di scorte su larga scala da parte di società con sede nel Regno Unito ha contribuito a stabilizzare le esportazioni. Tuttavia, una marcata correzione al ribasso delle scorte ha limitato le possibilità di crescita del prodotto reale.
Nel mese di marzo si è registrata una contrazione della produzione manifatturiera che ha continuato a ridursi ad aprile, mentre indagini di imprese e consumatori indicano attività economiche modeste nel breve periodo.
Con la probabile inversione dei fattori temporanei di sostegno alla crescita nel primo trimestre e la persistente debolezza della domanda esterna, il PIL reale dovrebbe essere rimasto stazionario nei tre mesi fino a giugno. Non si prevede che l’attività economica riprenda significativamente prima della fine dell’anno.
In questo modo, la Commissione prevede una crescita reale del PIL nel 2019 marginale allo 0.1%; nel 2020 l’attività economica dovrebbe rimbalzare moderatamente allo 0.7% in linea con il graduale miglioramento delle prospettive commerciali globali. Tuttavia, rimangono pronunciati i rischi per le prospettive di crescita, soprattutto nel 2020 quando la politica fiscale affronterà sfide particolari.
Durante il periodo di previsione, la crescita del PIL in termini reali si baserà principalmente sui consumi privati, sostenuta da prezzi dell’energia più bassi e dal nuovo schema del reddito di cittadinanza. Tuttavia, questi fattori positivi potrebbero essere parzialmente attenuati da un mercato del lavoro meno dinamico e una diminuzione della fiducia dei consumatori associata a un aumento dei risparmi precauzionali.
La spesa in conto capitale, in particolare gli investimenti in attrezzature, dovrebbe rimanere attenuata, date le deboli prospettive della domanda e l’incertezza legata alle politiche.
Sono invece diminuite le tensioni sui mercati finanziari, a causa inizialmente delle aspettative di una più facile politica monetaria e ulteriormente favorite dalla correzione fiscale adottata dal governo italiano attraverso il bilancio del 2019 a metà anno. In linea con le prospettive notevolmente più deboli per il commercio mondiale di quest’anno, la crescita delle esportazioni dovrebbe perdere slancio nel 2019, ma rafforzarsi gradualmente nel 2020 sulla scia di una crescente domanda esterna.
Per quanto riguarda l’inflazione, la Commissione prevede un aumento dello 0.8% nel corso del 2019 e dell’1% nel 2020, a seguito della diminuzione dei prezzi del petrolio e di un passaggio limitato dei salari ai prezzi finali di vendita nel contesto di una domanda interna debole.
 
A cura dell’Ufficio CNA BRUXELLES: Matteo Mantovani