produttori di mascherine

Uno degli aspetti che lascia più sconcertati di questa emergenza è che sono trascorsi due mesi e mezzo dalla “Dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario” (Delibera del Consiglio dei Ministri datata 31 gennaio 2020) ed ancora non ci sono mascherine disponibili per tutti e soprattutto non ce sono a sufficienza per il personale sanitario. Il commissario Arcuri ce la sta mettendo tutta per accelerare i tempi ma non sembra facile districare la matassa.

Come CNA abbiamo ricevuto oltre 70 richieste da aziende del distretto calzaturiero, della pelletteria, da maglifici, da tappezzerie e da altre categorie di riconversione della propria produzione per realizzare le introvabili mascherine. Ci siamo immersi, come Associazione di categoria, in questo mondo fatto di norme, certificazioni e sistemi di gestione delle qualità. Ci siamo mossi immediatamente, anche prima dell’uscita formale del Decreto del 17 Marzo, perché già da prima molte imprese per spirito di solidarietà volevano intraprendere questa strada e volevano avere le carte in regola per farlo. Sono stati previsti incentivi per la riconversione (sempre con il Decreto del 17 Marzo) ma riguardano investimenti a partire da 200.000 euro che escludono realtà artigianali del nostro territorio e, semmai qualche piccola impresa provasse l’azzardo, la burocrazia necessaria per accedervi ha raffreddato subito gli entusiasmi.

Nonostante tutto, qualcuno ha deciso di andare avanti e ha avviato con coraggio questa indispensabile attività. Ne vogliamo segnalare 3 che ci sentiamo di ringraziare a nome di tutti: Mastri pellettieri e tappezzerie Gobbi di Tolentino, Sartoria MANU77 di Montecosaro.

 

produttori di mascherine

In foto: da sinistra Giuliana Bernardoni e le collaboratrici dei Mastri pellettieri, Manuela Sagripanti titolare di MANU 77, sotto Fabiano Gobbi delle Tappezzerie Gobbi.