Direttiva case green

La recente approvazione della Direttiva europea “Case green” segna un passo significativo verso la riduzione delle emissioni di gas serra, largamente responsabili dei cambiamenti climatici in atto.

La Direttiva è, infatti, parte integrante del pacchetto mirato a una transizione verso un’economia più sostenibile, la “Fit for 55 – Pronti per il 55%”, cioè un insieme di proposte pensate per ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030.

Maurizio Tritarelli
Maurizio Tritarelli

La Confederazione degli artigiani e della piccola impresa ha accolto con interesse questa ambiziosa iniziativa ma il Presidente della CNA Macerata, Maurizio Tritarelli, visti i precedenti, esprime alcune preoccupazioni sulla possibile strutturazione della misura nel nostro Paese: “Dopo l’esperienza del martoriato Superbonus, che ha contato ben 283 tra modifiche e chiarimenti, è fondamentale evitare di replicare gli stessi errori. Una gestione così superficiale e piena di contraddizioni, che ha accomunato i diversi governi che si sono succeduti fino alle ultime scelte di questi giorni, ha destabilizzato il mercato, la pianificazione dei lavori e l’impegno finanziario per la loro copertura, con inevitabili ripercussioni sulla vita delle famiglie e delle imprese oneste”.

Prima di partire a spron battuto, secondo Tritarelli, sarebbe saggio calcolare attentamente le risorse necessarie e quelle disponibili: “Occorre orientarle verso quei settori sociali dove effettivamente persiste un bisogno reale di sostegno agli investimenti evitando, contrariamente all’approccio usato fino a questo momento, di finanziare la ristrutturazione di ville, perfino castelli, di proprietà di privati cittadini o gruppi di investimento. Il rischio è che il peso economico alla fine ricada, come succede troppo spesso, su tutti i cittadini e le imprese, indistintamente”.

Altra criticità che il Presidente CNA segnala riguarda l’accessibilità della misura: “Stavolta occorre necessariamente rendere accessibili queste agevolazioni a tutti i cittadini, non solo a coloro che sono più abbienti. Prevedere fin da subito, quindi, i giusti correttivi che garantiscano inclusività e partecipazione”.

“La Direttiva – prosegue Tritarelli – pone degli obiettivi assai sfidanti non solo per le imprese, ma per tutta la filiera delle costruzioni e per le istituzioni. Per riuscire ad adeguare le nostre case alle nuove disposizioni bisognerà sostituire gli infissi e le vecchie caldaie con quelle a condensazione, rifare il cappotto termico e installare pannelli fotovoltaici. Per impostare al meglio l’impianto legislativo della misura nel nostro Paese, auspichiamo un patto tra Stato, imprese e cittadini per programmare, insieme, i prossimi 20 anni”.

La CNA nazionale è già al lavoro per presentare alcune proposte.

 

Quanto costerà davvero la direttiva “case green”

Secondo i dati dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), a oggi quasi il 52 per cento dei 5,5 milioni di edifici per cui è stato rilasciato un attestato di prestazione energetica (APE) rientra nelle due classi energetiche peggiori, F e G. Una prima versione della direttiva prevedeva espressamente il raggiungimento per tutti gli edifici residenziali della classe D entro il 2033. La versione finale del testo, quella approvata il 12 marzo, non contiene più riferimenti alle classi energetiche, ma è molto probabile che gran parte degli almeno 2,8 milioni di edifici in classe F e G saranno in qualche modo interessati dalla direttiva.

Negli ultimi giorni sono state pubblicate altre stime sul patrimonio immobiliare italiano e sul numero di edifici da ristrutturare. Secondo il sindacato Fillea Cgil, che rappresenta i lavoratori del settore edilizio, gli immobili da riqualificare saranno in totale più di 5 milioni, di cui oltre 500 mila edifici pubblici. In passato un calcolo dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) ipotizzava interventi su circa 2 milioni di edifici, mentre una stima della Commissione Ue sulla prima versione della direttiva indicava tra i 3 e i 3,7 milioni di immobili da ristrutturare.

La direttiva europea sulle “case green”, spiegata bene Articolo su “Il Post” di lunedì 15 aprile 2024

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