Il Presidente CNA Macerata Maurizio Tritarelli fa un bilancio dell’anno che sta volgendo al termine e traccia gli auspici per l’anno che verrà.

Maurizio Tritarelli
Maurizio Tritarelli

“Ci apprestiamo a salutare un anno decisamente migliore rispetto al 2022, quando nella nostra provincia chiusero i battenti ben 4.203 imprese, quasi una ogni due ore. Al primo dicembre di quest’anno, quindi considerando 11 mesi su 12, il bilancio tra chiusure e aperture del 2023 si equivale, con una piccola differenza in negativo di poche decine di imprese.

Nei 12 mesi del 2022, la provincia di Macerata perse 2.077 imprese (-6,2%), mentre al 1° dicembre 2023 sono appena 94 le imprese attive in meno in 11 mesi su 12 (-0,3%).

Per quanto riguarda i settori principali, il 2022 è stato un anno terribile per l’agricoltura che ha perso 472 imprese (-6,7%) e il commercio con 452 imprese in meno (-6,3%); in negativo anche altri settori importanti per il comparto produttivo maceratese come il turismo (-3,3%9, le costruzioni (-2,3%) e la manifattura (-2,6%).

Nei primi 11 mesi del 2023 tornano positivi il comparto edile (+1,8%) e le imprese di accoglienza turistiche (+0,5%). Si stabilizza con lievi cali il manifatturiero (-0,3%) e l’agricolo (-0,4%), mentre prosegue la discesa il settore del commercio (-1,2%).

Le nuove imprese che si sono iscritte nel corso del 2022 sono state 1598; una cifra che si appresta ad essere raggiunta anche quest’anno visto che, al 1° dicembre ne abbiamo già 1568. Nella nostra provincia nascono ogni mese una media di 11 imprese.

Molto preoccupante la situazione sul versante delle cessazioni. Nel solo mesi di gennaio 2022 ne sono cessate lo stesso numero dei primi 10 mesi, tutti insieme, del 2023: ben 1556. Nel complesso, nel corso del 2022 sono state 4203 le imprese che hanno chiuso i battenti. Molto migliorata la situazione nel 2023 dove, dopo 11 mesi, “solo” 1675 imprese hanno cessato l’attività.

Come CNA, abbiamo presentato al governo un progetto per realizzare corridoi professionali per cittadini stranieri, formandoli nei loro Paesi e proponendoci come tramite per un primo contatto con le nostre imprese. Vorremmo in questo modo allargare la platea delle professionalità disponibili per le imprese che intendono assumere ma che non trovano la manodopera necessaria.

Speriamo poi che il 2024 inizi con l’apertura dell’agevolazione, da noi proposta, per l’autoproduzione di energia fotovoltaica sui tetti delle imprese; 1,5 miliardi dal PNRR che consentiranno ad almeno 100mila aziende di ridurre il costo delle bollette e accelerare la transizione energetica del Paese.

Saranno, infine, molto utili le risorse previste dalla Regione Marche per rendere meno oneroso l’accesso al credito. Con il perdurare dei costi altissimi del denaro, molti, troppi, imprenditori hanno rinunciato a fare investimenti, bloccando di fatto una economia che ha molti margini di miglioramento sia quantitativi che, soprattutto, qualitativi dei nostri prodotti e servizi.

Confidiamo per l’anno che verrà in uno sblocco dell’economia che dovrà passare attraverso una pesante semplificazione delle pratiche burocratiche; spesso orpelli inutili che costano sia allo Stato che alle imprese. Come Associazione abbiamo dato, e rinnoviamo, la nostra disponibilità a collaborare con tutte le istituzioni territoriali per avviare questa ripartenza, da tanto attesa ma non ancora arrivata”.

 

Il Presidente CNA Marche Paolo Silenzi ed il Segretario Moreno Bordoni allargano al quadro regionale le prospettivo per il 2024. Stretta sul credito, calo degli investimenti, tassi d’interesse alti, consumi interni al palo. In uno scenario che vede molti rischi legati alle guerre in corso in Ucraina e in Palestina. Per l’economia marchigiana il 2024 si presenta pieno di incognite.

“Senza forti interventi istituzionali e politiche di investimenti pubblici legati ai Fondi del PNRR ed ai Fondi Europei di Coesione” affermano il presidente Cna Marche Paolo Silenzi e il Segretario Moreno Bordoni “si profila una recessione che interromperebbe il virtuoso processo di crescita di un sistema produttivo che ha saputo trovare negli ultimi anni le risorse per reagire a pandemia, terremoto e alluvioni. Siamo la regione delle eccellenze manifatturiere, del terziario avanzato, delle start up e delle innovazioni tecnologiche. Gli artigiani e gli imprenditori delle Marche hanno dimostrato coraggio e grande capacità di resilienza malgrado una situazione che ancora penalizza la nostra regione per quanto riguarda le infrastrutture materiali e immateriali. Dal 2024 ci aspettiamo un salto di qualità su entrambi i fronti: la rete viaria e ferroviaria e la rete telematica con la fibra estesa a tutto il territorio comprese le aree interne e montane. Inoltre” precisano Silenzi e Bordoni “per il nuovo anno chiediamo risorse per sostenere i Confidi e favorire la liquidità delle piccole e medie imprese, l’innovazione e la trasformazione digitale, l’economia sostenibile.”

Da agosto 2022 ad agosto 2023, secondo i dati della Banca d’Italia, i prestiti alle imprese marchigiane sono diminuiti del 6,7 per cento, che diventa -8,8 per le aziende più piccole e -8,3 per cento per il settore manifatturiero. Meno crediti ed anche più cari. Alla fine di giugno il tasso d’interesse per finanziare gli investimenti era del 5,7 per cento mentre sui prestiti per finanziare la liquidità si pagava il 6 per cento che saliva all’8,9 per cento per le aziende più piccole.

Nei primi nove mesi del 2023 nelle Marche hanno chiuso i battenti 4.384 imprese. Le aziende in attività sono scese da 141.527 a 137.143 (-3,1 per cento). Particolarmente colpiti il settore del commercio (-1.588 imprese) e quello dell’agricoltura (-1.254). Il manifatturiero cala di 612 imprese. In controtendenza i servizi alle imprese e alle persone che aumentano, seppur di poco, il numero delle imprese.

Incoraggianti i dati del mercato del lavoro marchigiano. Alla fine del terzo trimestre c’erano 20.182 occupati in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una crescita trainata dall’aumento dell’occupazione femminile (+11.172). Tra i settori, da segnalare la crescita del terziario (+10.243) e delle costruzioni (+8.316 occupati). Ma sul futuro si addensa qualche nuvola.
“La fine o il ridimensionamento dei bonus in edilizia” sostengono Silenzi e Bordoni “rischia di portare ad una serie di licenziamenti in un comparto, quello delle costruzioni, estremamente volatile. Situazione aggravata dal rincaro delle materie prime. Preoccupa anche il calo degli occupati indipendenti (-12.428 tra artigiani, imprenditori, lavoratori autonomi, partite Iva) a cui si lega anche la diminuzione dei dipendenti nel manifatturiero (-2.211 addetti).”

Segnali preoccupanti arrivano anche dall’export, che è sempre stato elemento trainante dell’economia marchigiana. Nei primi nove mesi del 2023 le esportazioni delle imprese marchigiane sono calate del 9,2 per cento, interrompendo una lunga serie di anni di crescita. Calo che è comunque meno marcato (-3,5%) al netto dell’export farmaceutico. Conforta il fatto che le esportazioni dei settori più caratteristici del settore manifatturiero marchigiano siano in crescita. L’abbigliamento registra un lusinghiero +15 per cento mentre anche le calzature (+4,3), la meccanica (+4,8) ed i mobili (+2,5) vedono aumentare il loro export.

La Cna si presenta all’appuntamento con il nuovo anno con le carte in regola per rappresentare e tutelare gli artigiani e gli imprenditori delle Marche nei confronti della Regione, delle istituzioni locali, del sistema del credito e delle altre forze sociali ed economiche.

“Rappresentiamo” concludono Silenzi e Bordoni “18 mila artigiani e imprenditori e 17 mila pensionati dell’artigianato e del lavoro autonomo. Non vogliamo limitarci a fare lobby ma puntiamo a proporci come forza sociale a tutela di imprese, pensionati, cittadini per un tessuto socioeconomico regionale coeso e solidale.”

 

Auguri per un nuovo anno di serenità e pace a tutti gli Artigiani Imprenditori d’Italia!