bandi per il sisma

Esattamente un anno fa, il 1° luglio 2019, scadevano i termini di presentazione delle domande nel bando della Regione Marche “Investimenti produttivi in area sisma”. Un bando molto corposo con quasi 20 milioni di euro disponibili per restituire il 50% delle risorse alle imprese che dalla data della prima scossa del 24 agosto 2016 avevano investito, o che fossero intenzionate a farlo per i 3 anni successivi, nel proprio ciclo produttivo.

Un bando che ha riscosso un successo di partecipazione da record; nelle oltre 50 fitte pagine del foglio excel delle graduatorie pubblicate la settimana scorsa, compaiono quasi 3500 partite iva. I criteri per la formazione della griglia prevedevano solo 4 priorità: la quantità del danno riportato nella scheda AEDES, l’incremento occupazionale, la grandezza dell’investimento e la dimensione dell’impresa. Il danno subito a causa del sisma era naturalmente quello che incideva di più nella formazione del punteggio finale. Ad oggi, non sappiamo fino a quale posizione verranno finanziate e quante rimarranno a bocca asciutta, l’unica cosa certa è che nel frattempo è cambiato il principale fattore che ha determinato l’attribuzione dei punteggi. Le prime schede AEDES fatte tra e subito dopo le scosse, infatti, sono state spesso smentite e rivalutate dai tecnici. Non di rado, è successo che l’abitazione lesionata e classificata in un primo momento come “B – danno lieve”, andandoci a mettere mano, era in realtà una “E – danno grave”. Sembra quindi giusto, a seguito di questa importante variazione, che anche il peso delle domande presentate da queste imprese debba essere ricalcolato con il conseguente aggiornamento delle graduatorie o con lo stanziamento di appositi fondi aggiuntivi.

Il tempo scorre in fretta e mentre già siamo al “post” di un’altra emergenza, i danni fatti dal sisma del 2016 sono nel frattempo aumentati, calcolabili con esattezza e, purtroppo, estremamente reali.