Giorgio Ligliani presidente CNA MC

Giorgio Ligliani, Presidente CNA Macerata, critica i tentativi settoriali di fuga in avanti nelle priorità dei vaccini.

<<Leggiamo da più parti proposte e richieste di gestione autonoma dei vaccini anti Covid. Tra contagi in costante aumento, ospedali e terapie intensive sempre più in difficoltà, repentini cambiamenti delle scale cromatiche sempre più ricche e diversificate, l’unica cosa certa è che il numero di vaccini disponibili resta scarso rispetto alla necessità. Se i vari settori di interesse, istituzioni e altri soggetti iniziano a reclamare la propria priorità e ad andare in autonomia, si rischia di far saltare il piano vaccinale>>.

Ligliani ascrive in un quadro logico la questione: <<Il timing nazionale per inoculare i vaccini, infatti, presumiamo sia stato elaborato da esperti del Comitato tecnico scientifico insieme con esperti, demografi e statistici, tenendo conto delle fragilità e di altri fattori di pericolosità, ordinati tra loro per priorità. Ora, se ciascun portatore di interessi reclama per la propria classe di appartenenza una scorciatoia e una strada autonoma, visto che il numero di vaccini è purtroppo inadeguato, li sottrarrà inevitabilmente ad altre categorie individuate dagli scienziati come prioritarie. Volendo entrare in questa spirale di valutazioni soggettive, se la discriminante è di dare precedenza a chi è a contatto con il pubblico, allora dovremmo mettere in testa a tutti gli addetti del commercio e gli artigiani che fanno vendita al minuto, piuttosto che docenti universitari in DAD da mesi, solo per fare un esempio>>.

Il Presidente dell’Associazione di categoria maceratese esorta quindi una velocizzazione della campagna vaccinale: <<Come CNA non vogliamo certo passare avanti a chi ha le competenze per decidere le preminenze dei vari soggetti e ci rimettiamo, senza chiedere eccezioni, alle loro decisioni ed al piano vaccinale concordato. Chiediamo però, questo sì ed a gran voce, che sia velocizzata il più possibile la somministrazione. Vanno bene le priorità previste per le diverse categorie, e quindi personale sanitario, over 80 e insegnanti, ma se per il personale scolastico, che rappresenta meno del 15% della popolazione regionale, impieghiamo 3 mesi, non ci vuole molto a fare la proporzione e prevedere con questo passo il termine della campagna vaccinale a gennaio del 2023. È chiaro che non può essere così il là nel tempo. Ogni giorno, ogni ora e con tutto il personale idoneo devono essere fatti quanti più vaccini possibili. Non devono esistere fine settimana liberi o orari di apertura e chiusura, come non deve esistere qualsiasi tipo di rivendicazione sindacale di parte che possa rallentare questo processo fondamentale, non solo per l’economia ma soprattutto per salvare vite umane>>.