autotrasporto

Procedure di contenimento del virus, misure economiche e di carattere generale, proroghe di validità dei documenti dei conducenti e dei veicoli, attività svolta e tematiche in attesa di risposta.

Sintesi del documento di CNA Fita nazionale

Premessa
STIAMO LOTTANDO TUTTI PER LA SOPRAVVIVENZA E L’AUTOTRASPORTO È VITALE COME L’ACQUA
Dopo due mesi di attacco furioso del coronavirus, con questo documento, si prova a descriverne gli effetti sul settore dell’autotrasporto, esplicitare le prime misure messe in campo dal Governo, elencare quelle ancora in attesa di risposta e rappresentare il lavoro svolto da CNA Fita.
Ogni valutazione sarebbe però distorta, se prima, brevissimamente, non si contestualizzasse ciò che emerge in questo settore, con i primi ed approssimativi dati che emergono, in generale, dal colpo subito dall’economia del Paese.
Per farlo, citiamo ed elaboriamo, quanto rappresentato dall’ISTAT nella “memoria” presentata al Senato il 25 Marzo 2020.
Con tale documento, l’ISTAT prova a ricostruire gli effetti dell’economia “sospesa” dai due DPCM dell’11 Marzo, che colpiva in modo particolare il terziario e quello del 22 Marzo che, invece, ha disposto la sospensione della attività manifatturiere.
Le elaborazioni ISTAT evidenziano che i due provvedimenti colpiscono circa 8 milioni di occupati “sospesi”, quasi un terzo del totale (23,3 milioni).
I lavoratori autonomi coinvolti nei provvedimenti di sospensione sono 2,2 milioni (di cui 1,5 senza dipendenti): il 42,6% del totale delle attività.
È difficile dire quanto inciderà la sospensione delle attività sui diversi settori di attività economica e sul suo indotto, compreso l’autotrasporto; ciò dipenderà moltissimo anche dalla sua durata.
In ogni modo, di seguito proviamo a calcolare, quanto incide sull’autotrasporto la mancata produzione delle attività sospese e conseguentemente, la mancata movimentazione della merce.
I dati riportati nella pagina che segue, forniti dall’ISTAT e da noi elaborati, sono approssimativi in quanto, pur evidenziando i settori merceologici delle merci trasportate e quindi l’incidenza dei settori sospesi, si riferiscono all’anno 2018.

Diminuiscono di quasi il 60% le merci trasportate
Dai dati forniti forniti dall’ISTAT, emerge che, nell’anno 2018, il totale delle merci trasportate nel nostro Paese era pari a 920,7 milioni di tonnellate.
Di queste, le tonnellate riconducibili alle tipologie di merci derivanti dalle lavorazioni sospese, ammontano a 546.473.161.
Prendendo a riferimento questi dati, possiamo dire, approssimativamente, che, dal 23 Marzo 2020, è sospesa la produzione del 59,35% del totale delle merci trasportabili : un impatto devastante sugli autotrasportatori.
Il settore più penalizzato, è quello collegato al trasporto di prodotti derivanti dalle miniere e cave : 16,96%
Quello che invece conserva le maggiori opportunità di lavoro, è il trasporto di prodotti alimentari, bevande e tabacchi : 12,30%

Un quadro drammatico e diversificato
Dalla breve analisi sopra riportata e che CNA Fita Nazionale ha elaborato su dati che sono a disposizione in allegato, emerge un quadro drammatico e diversificato dove, anche i settori che conservano opportunità di lavoro, stanno subendo flessioni del quantitativo di merce da trasportare e ciò, a causa della chiusura dei ristoranti e di altre attività ricettive; inoltre non ci sono possibilità di bilanciare i traffici dato che, le andate o i ritorni, sono a vuoto a causa della sospensione della maggior parte delle attività produttive industriali e del commercio.
I flussi di merce sono poi rallentati per la carenza di personale nei centri logistici, per le procedure sanitarie da seguire; per non parlare della qualità della vita che è sicuramente ben oltre i limiti di sopportazione (aree di sosta chiuse e difficoltà a rapportarsi con la committenza, anche per l’utilizzo dei servizi igienici) e con DPI che, spesso, rappresentano ancora un miraggio.

Non c’è PRODUZIONE senza TRASPORTO
Contemporaneamente, nella coscienza di tutti, si consolida sempre di più la valenza di un binomio insostituibile, sul quale il Paese si regge ancora e su cui dovrà impostare la ripartenza: PRODUZIONE – TRASPORTO.
Un binomio, come quello della formula dell’acqua, due atomi di idrogeno ed uno di ossigeno, dove non esiste la prevalenza dell’uno sull’altro, entrambi sono fondamentali per garantire la vita.
Non c’è produzione senza trasporto, non c’è commercio senza movimentazione, non c’è assistenza senza mobilità.
Una formula concreta e tangibile che, invece, troppo spesso, è stata considerata un’alchimia in cui, l’autotrasporto, è stato considerato come elemento scontato, lasciato in balia degli eventi, sfruttato.
Non basta quindi riconoscerne la dignità (come ha fatto pubblicamente la Ministra De Micheli), procrastinarne le scadenze (contributi, IVA, revisioni, documenti professionali degli autisti e di circolazione, ecc.), anche se di ciò va sicuramente dato atto al Governo.
Occorre garantirne la sopravvivenza ora e poi pensare ad un nuovo paradigma per il futuro.
Come in parte già evidenziato, lo scenario contingente, nella sua drammatica criticità, evidenzia un settore con situazioni diversificate.
C’è chi continua a lavorare facendosi carico delle nuove e pesantissime criticità di gestione dell’attività tra cui, dal punto di vista operativo, la riduzione dei tempi dedicati alla guida ed il peggioramento generale della qualità della vita, determinato dalle misure di contenimento del virus.
Ma la difficoltà principale, è quella di riuscire a sostenere i costi di gestione (dipendenti – gasolio – pedaggi autostradali), a fronte di un generale allungamento dei tempi di pagamento dovuto (o mascherato) dall’effetto domino della crisi che investe, chiaramente, anche le imprese committenti.

IMPRESE FERME
Ci sono poi le imprese di autotrasporto che, dal 23.3.2020, hanno i mezzi fermi in quanto strettamente collegate alle attività di cui, in forza del DPCM 22.3.2020, è stato sospeso il ciclo produttivo.
Queste aziende non producono più reddito, come purtroppo ovvio, hanno lavorato sostenendo costi, non hanno riscosso e non producono più il reddito necessario per sostenere i costi pregressi (quali salari, pedaggi, gasolio, ecc.), né per le altre spese correnti di gestione, né per il sostentamento.
Una situazione che, per altro, va sicuramente ben oltre il 13 aprile ’20, quale data attualmente indicata per il termine dell’inattività delle imprese ritenute non essenziali.
Circostanza questa, che rischia seriamente di compromettere definitivamente l’esistenza stessa anche delle imprese di autotrasporto.
Nell’immediato, in aggiunta a quelli già messi in atto dal Governo, occorrono ancora due tipologie di interventi.

IMPRESE IN ATTIVITA’ – PAGAMENTI IN TEMPI CERTI
Per le imprese in attività, dirimente è incassare immediatamente quanto dovuto per il lavoro svolto.
C’è urgente bisogno di una misura che imponga alla committenza di considerare le imprese di autotrasporto quali creditori privilegiati e con tempi di pagamento certi e celeri.
La causa di legittimità della prelazione rispetto agli altri creditori, è determinata dall’indissolubile legame che l’autotrasporto rappresenta per garantire i generi di prima necessità, le merci necessarie per la sussistenza del Paese.
Per garantire tempi di pagamento adeguati, stante l’attuale fallimento della specifica norma vigente e le difficoltà, più volte dichiarate dal Governo, sulle proposte alternative avanzate in passato dalle associazioni di categoria, si chiede che sia immediatamente applicabile anche all’autotrasporto, come del resto proposto dalla stessa Ministra dei trasporti, l’articolo 62, comma 3 e seguenti, della Legge 24 gennaio 2012, n.1.
L’articolo, recante “Disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari”, oltre all’individuazione dei tempi certi, stabilisce anche pesantissime sanzioni per l’inadempiente (da 500 a 500.000 euro) ed individua l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), che può avvalersi anche del supporto della Guardia di Finanza, quale soggetto incaricato della vigilanza sull’applicazione delle disposizioni e sull’irrogazione delle relative sanzioni.
Per altro l’AGCM può procedere d’ufficio o su segnalazione di qualsiasi soggetto interessato.

RIDURRE COSTI GASOLIO E RINVIARE PEDAGGI
Sempre per le imprese di autotrasporto in attività, per compensare il minor risultato economico determinato dal mancato bilanciamento dei traffici, occorre ridurre i costi del gasolio e posticipare il pagamento dei pedaggi autostradali.
Il peso di imposte e tasse incidenti sul gasolio, deve scendere sotto il 50%.
Il pagamento dei pedaggi autostradali, che rappresentano dopo personale e carburante, la terza maggior voce dei costi di gestione di una imprese di autotrasporto, deve essere posticipato, almeno fino a tutto il mese di giugno 2020 .
Il posticipo del pagamento dei pedaggi, deve avere effetto retroattivo decorrente dal mese di gennaio 2020 anche per aiutare le imprese che hanno sostenuto i costi di tre mesi ed ora, dal 23 marzo hanno i mezzi fermi.

RIMBORSO ACCISE IMMEDIATO
Infine, si chiede la possibilità di poter disporre immediatamente del rimborso delle accise senza dover attendere la risposta dell’ufficio o i 60 giorni del silenzio assenso.
Per le imprese che hanno dovuto fermare i mezzi, la situazione, come detto, è veramente drammatica.
Per il contingente, viste le gravi difficoltà di ogni tipo, è inoltre impensabile che si possa minimamente pensare a sostituire il parco veicolare e per questo, è necessario consentire almeno sino al mese di ottobre del 2021, il riconoscimento del rimborso delle accise anche ai veicoli euro tre e quattro.

RIAVVIARE LE IMPRESE CON LE MERCI DISPONIBILI
In queste circostanze, oltre a procrastinare tutti gli impegni economici di maggiore rilevanza a cui devono far fronte, per tentare di dare potenziale ossigeno, occorre sancire chiaramente che, per tutto il territorio nazionale, “è autorizzata esclusivamente la vendita, su territorio nazionale ed estero, delle scorte di magazzino di attività di impresa già sospese, con impiego di personale in lavoro agile, o, se necessaria la presenza, con modalità organizzative di cui al Protocollo di regolamentazione del 14 marzo 2020”.
L’articolato richiamato, che potrebbe far movimentare un po’ di merce senza riaprire le attività come richiesto da tempo da CNA Fita nazionale, è il contenuto dell’articolo 1, lettera “f” del Decreto del Ministero della salute del 3 aprile 2020, che però è valido per la sola Regione E. Romagna, ovvero avrebbe bisogno di analogo e preciso chiarimento a livello nazionale.
Le imprese di autotrasporto che hanno i mezzi fermi, vanno accompagnate sino al giorno della ripresa dell’attività produttiva dei loro committenti, con anticipazioni sul fatturato e facendo in modo che abbiano garanzia di mantenere i contratti di trasporto che avevano già acquisito dal committente.

RICONOSCERE DIGNITA’ AL SETTORE
In proiezione futura , occorre pensare alle misure che devono consentire all’autotrasporto di ripartire con un nuovo paradigma.
Un nuovo modello di riferimento da costruire anche sulla base delle difficoltà patite al tempo del coronavirus.
In primo luogo, la promozione di una serie di iniziative che ne migliorino la qualità della vita e la sicurezza : nuove aree di sosta con percorsi dedicati sia per il ristoro che per i servizi e non soltanto lungo le autostrade .
L’attuale sistema dei divieti di circolazione, va definitivamente superato con la realizzazione di corsie preferenziali per il trasporto merci (come proposto, per il transito in frontiera, dalla Commissione Europea dei trasporti).
Puntale manutenzione delle strade, nuove infrastrutture e, finalmente, un catasto nazionale delle strade aggiornato e monitorato, dovranno essere il leitmotiv per garantire sicurezza, adeguata velocità commerciale e far ripartire l’economia del Paese.
La dignità riconosciuta all’autotrasporto, dovrà essere consolidata tramite un potere contrattuale basato sulla garanzia del riconoscimento di condizioni minime di sicurezza e di copertura dei costi di esercizio.
Occorre assolutamente promuovere un migliore accesso al credito, anche tramite il ripensamento di una sezione speciale nel Fondo di garanzia per le PMI, ma che sia veramente di accesso agevole per le imprese di autotrasporto.

 

Scarica qui il documento con tutte le TABELLE CNA FITA.